Oltre all’Ausl, ne fanno parte Conferenza Territoriale Socio-Sanitaria e Comune di Modena, l’Ufficio scolastico provinciale, Unimore e le associazioni di volontariato
L’obiettivo è definire percorsi di formazione, sensibilizzazione e presa in carico sinergiche
Un Tavolo tecnico provinciale per definire un percorso condiviso, fatto di formazione e azioni concrete sul campo, dedicato alle difficoltà di apprendimento, riconducibili ai cosiddetti ‘Bisogni Educativi Speciali’ (BES). È stato firmato oggi, 3 febbraio, presso la sede Ausl di San Giovanni del Cantone a Modena, il Protocollo d’intesa triennale che vede tra gli aderenti, oltre alla stessa Azienda USL di Modena, la Conferenza Territoriale Socio-Sanitaria della provincia di Modena; l’Ufficio Scolastico Provinciale; l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia; il Comune di Modena; le associazioni ‘Italiana Dislessia Modena’, ‘Anmic Modena’ e la ‘Strada dei Geni’.
Alla sottoscrizione del Protocollo erano presenti i rappresentanti istituzionali dei soggetti coinvolti: il Direttore Generale dell’Ausl di Modena, Antonio Brambilla, con Antonella Riccò, Responsabile Psicologi Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza e Polo DSA dell’Ausl di Modena; Gian Carlo Muzzarelli, sindaco di Modena e Presidente della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria insieme all’assessora alla Scuola del Comune di Modena, Grazia Baracchi; il rettore di Unimore, Carlo Adolfo Porro; la Dirigente dell’Ufficio Scolastico provinciale, Silvia Menabue; il presidente di ‘Anmic’ e ‘Strada dei Geni’, Vittorio Melotti; il presidente dell’Associazione ‘Dislessia Modena’, Salvatore Comparato.
A sancire l’operatività del Protocollo con l’istituzione del Tavolo tecnico provinciale, è previsto nel pomeriggio un convegno sulle linee d’azione del progetto e i contenuti spiegati dai vari soggetti firmatari.
I contenuti del protocollo
La costituzione del Tavolo tecnico provinciale si pone i seguenti obiettivi:
– definire attività di formazione e percorsi specifici rivolti agli operatori delle Istituzioni e delle Associazioni coinvolte;
– promuovere le attività di informazione e sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza, quali serate, corsi, attività di gruppo e quant’altro possa aumentare la conoscenza e la consapevolezza del e sul tema in oggetto;
– condividere modalità operative comuni, redigere materiale informativo (manuale, prontuario, brochure, comunicati stampa, ecc.) di procedure derivanti da buone prassi;
– ideare attività di rilevazione del bisogno, approfondimento e ricerca, realizzare sondaggi e focus group per giungere alla comprensione del fenomeno studiato attraverso la prospettiva della cultura dell’altro e indirizzare le progettualità del tavolo tecnico;
– facilitare la connessione fra i nodi della rete, individuando modalità e percorsi preferenziali per connettere le parti in modo specifico e diretto;
– omogeneizzare le prassi su tutto il territorio provinciale, condividendo i percorsi e le pratiche al fine di dare una risposta equa ed uniforme.
I BES
I Bisogni Educativi Speciali (BES) ricomprendono qualsiasi difficoltà evolutiva di funzionamento, permanente o transitoria, in ambito educativo o di apprendimento, riconducibile a vari fattori di salute e che necessita di educazione speciale individualizzata. L’attenzione ai BES si sviluppa con l’emanazione della Direttiva 2/12/2012, che amplia lo sguardo su tutta l’area dello svantaggio scolastico: la disabilità, i disturbi evolutivi specifici (DES e DSA) e tutte le situazioni di svantaggio socio-economico, linguistico, culturale.
Nel 2013, il DSM5 pubblicato dall’American Psychiatric Association, ha definito che la prevalenza del Disturbo specifico dell’apprendimento dovrebbe essere compresa tra il 5% e il 15%. Anche ricerche successive hanno confermato questo trend: usualmente, le riviste internazionali citano prevalenze di DSA di circa il 10%; la prevalenza modenese del 6,4% è dunque in linea con le attese. In termini prospettici le diagnosi di DSA potrebbero ulteriormente aumentare, rendendo ancor più necessario il governo delle azioni a riguardo.
Muzzarelli: investimento importante
“Sei milioni di euro investiti ogni anno e 8.322 ore di personale educativo assistenziale (Pea) e tutor assegnate nell’anno scolastico 2020/2021 per garantire il diritto allo studio e l’inclusione a oltre un migliaio bambini e ragazzi certificati o segnalati nei vari ordini di scuola: dal nido alle superiori. Sono le cifre dell’impegno del Comune di Modena per l’inclusione scolastica – dichiara il sindaco di Modena e Presidente della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, Gian Carlo Muzzarelli -, un impegno che continueremo a garantire secondo le indicazioni dell’Accordo di programma provinciale per l’integrazione, perché occorrono professionalità formate rispetto a bisogni legati alla disabilità. Al tempo stesso, davanti all’aumento delle diagnosi soprattutto alle scuole secondarie, l’amministrazione attraverso il Centro Memo lavora insieme alle istituzioni scolastiche e sanitarie in un’ottica di rete, con l’obiettivo di rendere sempre più inclusivo l’intero contesto scolastico. Anche in questa direzione vanno gli accordi e le convenzioni stipulate nel distretto di Modena” .
Brambilla: affrontare in rete un’esigenza reale
“Come Azienda Sanitaria per noi è importante occuparci di questi aspetti che hanno un peso rilevante nella vita delle persone e delle famiglie – sottolinea il Direttore Generale dell’Ausl, Antonio Brambilla –. Così come in altri ambiti, il fare rete con i diversi attori che si occupano di questo tema diventa un elemento essenziale per fare sì che i cittadini vengano presi in carico e seguiti nei loro bisogni. L’approccio che vogliamo avere su questo tema parte da quello che avviene a livello scolastico e si sposta poi alla società più in generale, come ad esempio le aziende private. La nascita di questo Tavolo provinciale va nella direzione di affrontare in rete un’esigenza reale come i Bisogni Educativi Speciali, creando percorsi di sensibilizzazione e condivisione”.
Riccò: dall’aspetto scolastico a quello sociale e lavorativo
“L’attuazione di questo Protocollo d’intesa sui BES, che nasce dalle richieste delle associazioni dei familiari e grazie all’approvazione e alla lungimiranza della Direzione della AUSL di Modena, rappresenta un risultato importante e prezioso per tutti – aggiunge Antonella Riccò, Responsabile Psicologia Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza e Polo DSA dell’Azienda USL di Modena -. Il tema delle difficoltà di funzionamento scolastico, che diventeranno difficoltà di funzionamento sociale e lavorativo, può essere ora affrontato e gestito in modo corale e condiviso da tutti gli attori coinvolti, che mettono in campo percorsi e competenze nell’ottica della cultura dell’altro”
Porro: Unimore, servizio dedicato
“Con l’istituzione di questo Tavolo tecnico abbiamo voluto ribadire la grande attenzione che il nostro Ateneo pone nei riguardi dei bisogni educativi speciali – spiega il Rettore di Unimore, Carlo Adolfo Porro -. Da tempo Unimore è impegnata sui temi dell’inclusione, e mette a disposizione un servizio di accoglienza dedicato specificamente ai disturbi specifici dell’apprendimento. Oggi, grazie alla fondamentale collaborazione di tante istituzioni, abbiamo compiuto un ulteriore importante passo, nell’ottica di fornire a studentesse e studenti risposte sempre più adeguate.”
Menabue: si consolida rete già esistente
“L’attenzione posta all’inclusione di alunni con Disturbo Specifico dell’Apprendimento si basa sull’evidenza emersa dalla più recente rilevazione effettuata da parte dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna, che mette in luce un costante incremento in particolare nelle Istituzioni Scolastiche del nostro territorio sia statali che paritarie – afferma la Dirigente dell’Ufficio Scolastico provinciale, Silvia Menabue -. Le istituzioni Scolastiche della provincia accolgono numerosissimi alunni con Bisogni Educativi Speciali, per i quali vengono predisposti progetti educativi e didattici personalizzati, flessibili e articolati, finalizzati all’acquisizione di competenze didattiche ed educative inserite in un più ampio progetto di vita. La stesura del di questo Protocollo nasce dalla reale esigenza di consolidare la Rete Interistituzionale, già esistente sul territorio”.
Melotti: fondamentale il lavoro di squadra
“L’idea del Protocollo nasce dall’esperienza personale – spiega il presidente di ‘Anmic’ e ‘Strada dei Geni’, Vittorio Melotti -. Guido due realtà che si occupano di disabilità e BES e penso di potere contribuire a una gestione più coordinata e condivisa di queste tematiche. La connessione dei nodi della rete permette un lavoro di squadra e un consolidamento degli interventi nell’ottica della condivisione. ‘Anmic’ conta tra i 500 e i 600 iscritti mentre ‘Strada dei geni’ al momento conta di 8 soci fondatori e diversi simpatizzanti tra famiglie e ragazzi”.
Comparato: un supporto concreto a scuole e famiglie
“Come Associazione Italiana Dislessia salutiamo con piacere l’avvio di questo percorso che darà un contributo significativo all’individuazione precoce dei DSA nel nostro territorio, fornendo inoltre un supporto concreto e immediato a scuole e famiglie sui bisogni educativi speciali – dichiara Salvatore Comparato, presidente della sezione AID di Modena -. Siamo lieti di prendere parte al Tavolo tecnico fra istituzioni pubbliche e associazioni, dalla cui sinergia è nato questo importante Protocollo d’intesa”.