Un aiuto per chi soffre di disturbi alimentari: consulti gratuiti per pazienti e familiari per tutto il mese di marzo

Presso la Casa di Cura Fogliani sarà possibile ricevere un consulto gratuito da parte di un team multidisciplinare di esperti inserito nella rete nazionale dei Centri dell’Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso 

Cresce il numero di persone che soffrono di disturbi alimentari. È questo uno degli effetti collaterali più preoccupanti della pandemia riconducibili, più in generale, all’incremento dei disturbi legati alla salute mentale. Impossibile avere dei dati precisi perché, come un fiume carsico, le patologie di questo genere – le più note sono l’anoressia e la bulimia – sono intercettate e curate solo in parte. In molti casi, infatti, per i pazienti e le loro famiglie approdare ad un luogo di cura non è semplice né scontato: scarsa consapevolezza della malattia sino alla negazione della stessa, forte disagio mentale, timore dello stigma, allontanano i pazienti dalle cure necessarie. Per facilitare l’inserimento all’interno di un percorso di cura l’ospedale privato accreditato Casa di Cura Fogliani di Modena ha deciso di mettere a disposizione per l’intero mese di marzo almeno trenta visite gratuite rivolte a pazienti affetti da disturbi alimentari.

“L’idea è nata prendendo spunto dalla Giornata del Fiocchetto Lilla dedicata alla lotta contro i disturbi alimentari che si tiene il 15 marzo. Abbiamo pensato di estendere l’azione di sensibilizzazione all’intero mese offrendo la consulenza gratuita ad almeno trenta pazienti” ha sottolineato il presidente dell’ospedale privato accreditato Casa di Cura Fogliani della Casa, Gaetano Tripoli. A fornire l’assistenza specialistica saranno i professionisti del Centro per i Disturbi Alimentari e l’Obesità, che rappresenta l’Unità Operativa Locale di Modena della rete nazionale dei Centri dell’Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso (AIDAP). Fanno parte di questa squadra il dottor Dante Zini, Specialista in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Medicina Interna e Psicoterapia a indirizzo cognitivo-comportamentale, la dottoressa Elisa Valdastri, Psicologa e Psicoterapeuta a indirizzo cognitivo-comportamentale, e la Dietista Federica Cellario. Il dottor Zini, in particolare, è già stato Direttore dell’Unità Operativa di Medicina Interna, Obesità e Disturbi del Comportamento Alimentare dell’Ospedale di Baggiovara, attivo nell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena e professore a contratto presso Unimore.

Come prenotare l’accesso gratuito

Per chiedere informazioni o prenotare una visita è sufficiente chiamare il numero  telefonico 059 4926999 evidenziando che la richiesta riguarda un primo incontro per problemi legati a disturbi alimentari. Qualora le richieste dovessero superare il numero previsto, la Casa di Cura Fogliani proseguirà anche nel mese di aprile, organizzando  un eventuale incontro aperto al pubblico dedicato in primo luogo alle famiglie.

Cosa offre il Centro specializzato della Casa di Cura Prof. Fogliani

Il Centro offre terapia ambulatoriale ai pazienti con disturbi del comportamento alimentare (anoressia nervosa, bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata – BED) e a quelli con obesità e malattie del metabolismo. Si adotta la terapia cognitivo- comportamentale migliorata (detta CBT-E) secondo gli indirizzi di Christopher Fairburn e di Riccardo Dalle Grave, seguendo il ‘gold standard’ delle linee guida internazionali per la cura dei disturbi alimentari, oltre alla terapia cognitiva-comportamentale (CBT) per l’obesità e per i disturbi da alimentazione incontrollata. “I disturbi del comportamento alimentare, l’obesità e le malattie del metabolismo sono patologie oggi sempre più frequenti – spiega il dottor Dante Zini – che comportano grande sofferenza per i pazienti e le loro famiglie e il rischio di gravi conseguenze psicologiche e fisiche”.

L’iniziativa è stata presentata questa mattina, lunedì 21 febbraio, presso l’auditorium della storica Casa di Cura di Via Lana durante un incontro con i giornalisti.

Numeri

In Italia circa 3 milioni di giovani soffre di disturbi di carattere alimentare: si tratta di un fenomeno “spesso sottovalutato sia da chi ne soffre che dai famigliari, e che costituisce una vera e propria epidemia sociale”. Tra le persone interessate, il 95,9% sono donne, il 4,1% uomini. La pandemia e i relativi lockdown hanno provocato un netto aumento dei disturbi alimentari nel nostro Paese: secondo i dati resi noti dal Centro Nazionale per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie, nei primi 6 mesi del 2020 in Italia ci sono stati 230.458 nuovi casi a fronte dei 163.547 dello stesso periodo del 2019, con un aumento del 30%. Tra questi casi, sono aumentati quelli di esordio della malattia ex novo, si sono aggravati quelli preesistenti e si è abbassata la fascia di età, che ha coinvolto pazienti anche a partire da 11 anni.

In Emilia-Romagna nel 2019 complessivamente i pazienti presi in carico per disturbi del comportamento alimentare sono stati 1.843, di cui 1.481 presso i Centri di salute mentale e 362 presso le Neuropsichiatrie dell’infanzia e dell’adolescenza. Il 90,7% è di sesso femminile, mentre i maschi sono il 9,3%. La percentuale maschile sale e raggiunge il 14% tra i giovani seguiti nelle Neuropsichiatrie dell’infanzia e dell’adolescenza. Per quanto riguarda le fasce d’età, i tre quarti di questi pazienti (1.410, pari al 76,5%) si collocano nei “trent’anni di vita” che vanno dai 14 ai 45 anni; quasi un terzo (565, il 30,7%) si concentra nella fascia d’età tra i 18 e i 25 anni, i cosiddetti “sette anni neri” dei disturbi alimentari. Alcune situazioni diventano così gravi da richiedere il ricovero ospedaliero: circa 500 l’anno. Ma la possibilità di uscirne c’è: sempre nel 2019, sono stati 419 i pazienti dimessi per aver superato il problema.

La Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla è stata promossa per la prima volta nel 2012 dall’Associazione “Mi Nutro di Vita” di Pieve Ligure. L’iniziativa parte da un padre, Stefano Tavilla, che ha perso la figlia Giulia a soli 17 anni per bulimia e ricorre il 15 marzo, proprio nel giorno della sua scomparsa. Questa giornata offre speranza a coloro che stanno ancora lottando e mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei Disturbi del Comportamento Alimentare (D.C.A.): Anoressia, Bulimia, Binge Eating, Obesità, EDNOS, e tante e nuove forme ancora… In tutta Italia, in occasione di questa giornata, vengono organizzati eventi di vario genere: convegni, presentazioni di libri, banchetti informativi, colorazioni lilla di fontane/monumenti. 

Informazioni generali sui disordini alimentari

(fonte Istituto Superiore della Sanità)

I disordini alimentari, di cui anoressia e bulimia nervosa sono le manifestazioni più note e frequenti, sono diventati nell’ultimo ventennio una vera e propria emergenza di salute mentale per gli effetti devastanti che hanno sulla salute e sulla vita di adolescenti e giovani adulti. Se non trattati in tempi e con metodi adeguati, i disordini alimentari possono diventare una condizione permanente e nei casi gravi portare alla morte, che solitamente avviene per suicidio o per arresto cardiaco.

Anoressia e bulimia sono malattie complesse, determinate da condizioni di disagio psicologico ed emotivo, che quindi richiedono un trattamento sia del problema alimentare in sé che della sua natura psichica. L’obiettivo è quello di portare il paziente, attraverso terapie mirate a modificare i comportamenti e l’attitudine, a adottare soluzioni di gestione dei propri stress emotivi che non siano dannose per la propria salute e a ristabilire un equilibrato comportamento alimentare. Possono manifestarsi in persone di diverse età, sesso, provenienza sociale, ma sono solitamente più comuni in giovani donne in età compresa tra i 15 e i 25 anni.

Al centro del disordine alimentare, che si manifesta come malattia complessa, risultante dall’interazione di molteplici fattori biologici, genetici, ambientali, sociali, psicologici e psichiatrici, c’è comunque da parte del paziente una ossessiva sopravvalutazione dell’importanza della propria forma fisica, del proprio peso e corpo e una necessità di stabilire un controllo su di esso. Tra le ragioni che portano allo sviluppo di comportamenti anoressici e bulimici, si evidenziano, oltre a una componente di familiarità (studi transgenerazionali e sui gemelli hanno dimostrato che i disordini alimentari si manifestano con più probabilità tra i parenti di una persona già malata, soprattutto se si tratta della madre), l’influenza negativa da parte di altri componenti familiari e sociali, la sensazione di essere sottoposti a un eccesso di pressione e di aspettativa, o al contrario di essere fortemente trascurati dai propri genitori, il sentirsi oggetto di derisione per la propria forma fisica o di non poter raggiungere i risultati desiderati per problemi di peso e apparenza. Per alcune persone, si tratta di una tendenza autodistruttiva che le porta ad alterare il proprio comportamento alimentare o ad abusare di alcol o droghe. L’anoressia e la bulimia però possono anche dipendere dal fatto che l’individuo subisca situazioni particolarmente traumatiche, come ad esempio violenze sessuali, drammi familiari, comportamenti abusivi da parte di familiari o di persone esterne, difficoltà ad essere accettati socialmente e nella propria famiglia. Uno dei motivi per cui una ragazza inizia a sottoporsi a una dieta eccessiva è la necessità di corrispondere a un canone estetico che premia la magrezza, anche nei suoi eccessi. Secondo molti psichiatri, infatti, l’attuale propensione a prediligere un modello di bellezza femminile che esalta la magrezza ha conseguenze devastanti sui comportamenti alimentari di molte adolescenti.

Effetti fisici e psicologici

Gli effetti dei disordini alimentari sono molto pesanti, sia sotto il profilo fisico che quello psicologico. Dal punto di vista fisico, gli effetti della malnutrizione comportano ulcere intestinali e danni permanenti ai tessuti dell’apparato digerente, disidratazione, danneggiamento di gengive e denti, seri danni cardiaci, al fegato e ai reni, problemi al sistema nervoso, con difficoltà di concentrazione e di memorizzazione, danni al sistema osseo, con accresciuta probabilità di fratture e di osteoporosi, blocco della crescita, emorragie interne, ipotermia e ghiandole ingrossate.
Le  ripercussioni psicologiche, invece, comportano depressione, basso livello di autostima, senso di vergogna e colpa, difficoltà a mantenere relazioni sociali e familiari, sbalzi di umore, tendenza a comportamenti manichei e maniacali, propensione al perfezionismo.