Al via il progetto “Non sono perfetto ma sono accogliente”

“Non sono perfetto ma sono accogliente” è il progetto che prende il nome da un’iniziativa realizzata dal Comune di Reggio Emilia e che punta alla diffusione di una buona prassi dell’accoglienza. Il progetto integra l’esperienza di Reggio Emilia con alcune nuove modalità d’intervento: mettere le persone con disabilità in condizioni di offrire servizi per l’accoglienza turistica; coinvolgere le persone con disabilità in un percorso di sensibilizzazione della cittadinanza verso l’inclusione sociale; mettere i cittadini e gli operatori commerciali in condizione di fare esperienze condivise sulla disabilità; migliorare l’accoglienza turistica delle persone con disabilità, attivando un processo in cui la spesa

per il sociale diventa un investimento che porta ricchezza sul territorio; attraverso la rete di partenariato, attivare e sostenere quelle relazioni fiduciarie di comunità che sono alla base per la creazione di nuovo capitale sociale.

Nel suo complesso, Il progetto punta a definire un modello multidimensionale di miglioramento dell’inclusione sociale nella prassi dell’accoglienza turistica. Un modello replicabile, coi necessari adattamenti, anche negli altri territori in cui opera la Fondazione della Cassa di Risparmio di Modena.

Un progetto in cui le persone con disabilità diventano protagoniste dell’inclusione sociale

Presentato dal Comune di Sassuolo in partenariato con: Anffas Sassuolo, Cerform, Concresco, Fuori Campo 11, Meteaperte, Pro Loco Sassuolo, Stars & Cows; e con il supporto di: Comune di Modena, Dipartimento di Salute Mentale – AUSL di Modena, Comitato dei commercianti del centro storico di Sassuolo, Associazioni di categoria del commercio e dei servizi: CNA, Confcommercio, Confesercenti, Lapam

Sono quattro le azioni attraverso cui si articolerà il progetto.

L’azione 1 punta a migliorare il supporto alle disabilità e accrescere il benessere e la qualità di vita delle persone con disabilità, implementando un sistema di interventi strutturali centrati sulla persona; Promuovere percorsi di formazione, rivolti in particolare a chi offre prodotti e servizi alla persona, per diffondere il rispetto delle differenze e contrastare le disuguaglianze

Ai negozi aderenti saranno offerti una consulenza gratuita in merito all’accessibilità dei propri spazi e il kit “Negozi Accoglienti” formato da: un vademecum con linee guida e suggerimenti pratici per migliorare la capacità di accoglienza; la partecipazione ad iniziative di formazione/sensibilizzazione; una vetrofania che permette la riconoscibilità del negozio accogliente; ove possibile o necessario, una rampa mobile da posizionare a richiesta, richiudibile in poco spazio e facilmente trasportabile; un campanello esterno (wi-fi) di chiamata, per richiedere un ausilio all’ingresso dell’esercizio.

L’azione 2 punta a promuovere iniziative che aumentino l’attenzione generale verso le problematiche delle persone con disabilità e aiutino la cittadinanza a sviluppare una maggiore sensibilità in merito a questi temi; rafforzare la cultura del non profit e la valenza educativa e aggregativa dello sport e dell’associazionismo sportivo per lo sviluppo della comunità

Si svilupperà attraverso flash mob inclusivi con Yellow Run e Sportivamente Festival (3-5 dicembre 2021). La Yellow Run è una camminata/corsa non competitiva che rientra nel programma del Festival SportivaMente, dedicato al delicato rapporto tra il mondo dello sport e quello della disabilità. Durante il percorso di 5 km nel cuore di Sassuolo, i partecipanti possono decidere di correre uniti tenendosi per mano, di spingere una carrozzina o semplicemente di camminare indossando particolari occhiali che simulano l’ipovisione. La corsa ha lo scopo di sensibilizzare giovani e non solo alla disabilità visiva e alla diversità in genere e di stimolare le competenze relazionali al fine di costruire reti di relazioni sane, empatiche ed inclusive.

L’azione 3 vuole creare opportunità di inclusione sociale favorendo l’accesso al lavoro, la permanenza e la qualificazione professionale per persone con disabilità; sviluppare un approccio multidimensionale per l’inclusione di persone con disabilità, favorendo un arricchimento delle loro risorse personali e professionali

Alcuni giovani con disabilità, supportati dai partner del progetto, interverranno nel servizio di accoglienza turistica, svolgendo mansioni come ad esempio: accompagnamento alle esposizioni di Paggeria Arte e Turismo; redazione Web Radio e diffusione programmi; accompagnamento alla visita dell’Acetaia comunale; Paggeria Arte e Turismo, di fronte al Palazzo Ducale di Sassuolo, diventa un luogo dedicato anche all’accoglienza turistica: spazi comuni e spazi dedicati a persone con disabilità, servizi igienici riservati, percorso di accesso per persone con disabilità motoria da piazzale della Rosa e di collegamento al Palazzo Ducale di Sassuolo.

L’azione 4 punta a favorire il coinvolgimento attivo delle persone con disabilità attraverso interventi innovativi e inclusivi, in un’ottica di sensibilizzazione che metta la loro esperienza al primo posto; ampliare e potenziare percorsi educativi e formativi rivolti anche (ma non solo) ad un pubblico giovane e social.

L’obiettivo dell’azione è di coinvolgere giovani della generazione Z con fragilità e ragazzi e ragazze con carenze cognitive e disabilità lievi. Il percorso prevede un project work in cui i ragazzi e le ragazze, affiancati da Professionisti Senior, si occuperanno dello sviluppo dei contenuti di una campagna web e social pensata e sviluppata con la collaborazione di chi vive la sfida della disabilità giorno per giorno: sceneggiatura e storyboard, riprese audio-video, grafica, produzione file in formato SCORM, collocamento in piattaforma LMS. I ragazzi e le ragazze verranno formati con una modalità di training on the job e action learning che permetterà, attraverso l’emulazione, una rapida acquisizione delle tecnologie e delle competenze richieste. Alla fine di questo percorso, i partecipanti avranno acquisito competenze ed esperienze sul campo che rispondono agli obiettivi di “lavoro dignitoso”, con una metodologia utile a sviluppare una “comunità educante”.