Forum Terzo Settore di Modena e Centro Servizi Volontariato Terre Estensi: appello ai candidati sindaco modenesi per lo sviluppo dell’economia sociale e un sistema sociale inclusivo e solidale

La crescita del Terzo Settore in questi anni è stata continua e significativa, sia a livello nazionale che locale. I dati del censimento ISTAT mostrano un settore non profit resiliente ai colpi della crisi.

Secondo Istat, nel 2019 nella regione Emilia-Romagna erano attivi oltre 27.900 organismi non profit che impiegavano 83.000 addetti e oltre 400.000 volontari. Il 90% sono organizzazioni di partecipazione diretta legate al terzo settore e all’associazionismo sportivo; 23.300 sono associazioni di cui la grandissima maggioranza sono di volontariato e promozione sociale con 12.000 dipendenti, 910 le cooperative sociali con 57.700 dipendenti, 702 le fondazioni con 5.800 dipendenti.

La crescita delle organizzazioni del Terzo Settore, più occupati, più volontari, più associati, non riguarda solo attività di cura legate al welfare nei servizi alla persona, e alla organizzazione e pratica del tempo libero, ma anche a quelle di salvaguardia e tutela dei territori, dei diritti, della cultura, della legalità.

Il Forum del Terzo Settore è un’associazione costituita con il fine di rappresentare, nell’ambito nazionale, regionale e provinciale, i valori e le istanze del Terzo Settore e promuovere, valorizzare e potenziare l’azione del volontariato, dell’associazionismo, della cooperazione sociale, dell’economia sociale, della mutualità volontaria, della solidarietà sociale e internazionale, in sinergia e costante collaborazione con i Centri di Servizio per il Volontariato.

Attualmente aderiscono al Forum del Terzo Settore di Modena 72 enti o reti associative appartenenti al mondo del volontariato, della promozione sociale e della cooperazione sociale; 217 gli enti associati al Centro Servizi Volontariato Terre Estensi che comprende le province di Modena e Ferrara.

Numerosi sono gli ambiti di attenzione: dalle politiche per l’infanzia, per l’adolescenza e per i giovani, allo sport, alla cultura, alla prevenzione e ai servizi sociali e sanitari, alle politiche per la non autosufficienza, alle politiche per la promozione dei diritti delle persone anziane e con disabilità, alle nuove povertà, alle dipendenze e alla promozione del benessere e delle politiche ambientali.

«Viviamo in un Paese fragile, segnato da forme di deprivazione, di vera e propria povertà, e soprattutto d’impoverimento progressivo – dicono Michele Andreana, portavoce Forum Terzo Settore di Modena e Alberto Caldana, presidente Csv Terre Estensi – Occorre un ripensamento, forte, della vita e dell’assetto delle comunità, della loro solidarietà interna, con una crescita degli spazi di autogoverno e un sistema di welfare locale più vicino alle esigenze delle persone e un diverso rapporto fra enti del terzo settore e pubblica amministrazione per promuovere innovazione sociale.

Se si condivide questo pensiero va ripensato e posto in termini nuovi e più avanzati il ruolo del Terzo Settore nella vita delle comunità locali. Se prendiamo a riferimento, due grandi temi su cui l’opinione pubblica è molto sensibile, come impoverimento e invecchiamento della popolazione, è del tutto evidente che occorrono più risorse pubbliche per farvi fronte, maggiore innovazione sociale e un coinvolgimento maggiore degli enti del terzo settore. Un sistema integrato nel quale Stato, Privato e Terzo Settore trovino sinergie per progetti di innovazione sociale, contrastando le attuali derive del mero abbattimento dei costi delle prestazioni e di un welfare residuale. Con il modello dell’amministrazione condivisa, pubblica amministrazione e privati possono collaborare in un rapporto “tra pari” nell’identificazione del bisogno a cui rispondere e delle relative strategie.

Le più importanti forme di partenariato tra pubblica amministrazione ed enti del Terzo settore previste dalla legge sono quindi la co-programmazione e la co-progettazione. In questo contesto, ai candidati sindaci, proponiamo un confronto aperto su questi temi: ruolo del Terzo Settore negli interventi per le fasce deboli della popolazione; nella gestione dell’abitare, alloggi sociali e fondi per famiglie a basso reddito e per debiti abitativi incolpevoli; nella prevenzione del disagio giovanile e nella promozione dell’invecchiamento attivo in una logica di solidarietà tra le generazioni; nel sostegno a genitorialità, sport e benessere, diritto alla cultura; nel confronto sull’assetto urbanistico, sui migranti, sull’educazione alla parità di genere.

Una sfida epocale che dovrà essere affrontata nei prossimi anni mettendo al centro e definendo il rapporto tra co-programmazione e co-progettazione: nuovi bisogni e nuovi servizi, riformulando il paradigma di posizionamento del pubblico e sviluppando un diverso e più avanzato rapporto con gli enti del Terzo settore. Occorre affermare un modello di sussidiarietà, di pluralismo societario caratterizzato da un alto livello di democrazia economica».