I 45 ANNI DELLA LEGGE BASAGLIA: “LA SALUTE MENTALE RIGUARDA TUTTI”

L’associazione Idee in circolo di Modena sull’anniversario del documento che ha rivoluzionato le cure psichiatriche: “La libertà è terapeutica, non si può pensare di tornare indietro”

Dalla psichiatria biologista al dialogo aperto: le nuove frontiere della salute mentale. L’associazione Idee in Circolo di Arci Modena interviene per i 45 anni della legge Basaglia, anniversario che cade sabato 13 maggio, con una lettera aperta. Prima di leggerla però ci sono alcune informazioni che vanno assolutamente date per decostruire alcuni stereotipi sulla Salute Mentale: non esistono esami obiettivi per diagnosticare una malattia mentale per questo si preferisce parlare di disturbi mentali; Le cause dei disturbi mentali sono indeterminate e mai univoche; La teoria che i disturbi mentali derivino “da uno squilibrio biochimico” del cervello è un’opinione non dimostrata, non un fatto; La somministrazione di farmaci per il sistema nervoso non può essere l’unico trattamento medico per il disturbo mentale tenendo anche presente che gli effetti collaterali risultano essere numerosi ed invalidanti per un efficiente vita relazionale e lavorativa. D’altronde i farmaci trattano solo i sintomi senza curare il disturbo, cosa per cui il paziente cronicizza e finisce per affrontare molti ricoveri (che sono molto costosi per il S.S.N).

“Riguardo l’assassinio di Barbara Capovani l’associazione di utenti  psichiatrici Idee in Circolo di Modena vuole esprimere il suo cordoglio e la solidarietà alla famiglia della psichiatra. Da dodici anni ci impegniamo a combattere lo stigma della pericolosità sociale attribuito alle persone sofferenti di disagio psichico. Cerchiamo di sensibilizzare la cittadinanza, i media e la psichiatria biologista sull’importanza di una visione che contempli la possibilità di un percorso di recovery (ripresa) dalla crisi di vita piuttosto che la condanna alla cronicizzazione. Attraverso Mat, la settimana della Salute Mentale, che viene organizzata unitamente da tutti gli attori della salute mentale ogni anno, si è cercato in tutti i modi di dare rilievo alle determinanti sociali ed economiche del disagio psichico e alla creazione di una comunità curante.

Noi abbiamo una concezione olistica del disagio psichico, perciò non crediamo alla patologizzazione del singolo utente che diventi il capro espiatorio dei problemi irrisolti della famiglia e della società. Temiamo inoltre che gli accadimenti di Pisa avvalorino una medicina difensiva che porti alla riapertura dei manicomi e che si torni ad una realtà precedente alla legge 180 (Legge Basaglia). L’associazione Idee in Circolo vuole dare potere alle persone e un modo per farlo è condividere la responsabilità della cura. “Nothing about us without us” (niente su di noi senza di noi) è il nostro motto, vogliamo essere presenti a tutti i tavoli in cui si discute e decide di salute mentale, ci opponiamo ad una psichiatria paternalistica che pretende di conoscere quale sia il nostro “bene” togliendoci diritti umani. Ci vuole più 180 non meno, nel senso che deve essere applicata la legge come era stata istituita, prevedendo cioè più territorializzazione dei servizi, meno istituzione totale che aliena le persone.

La libertà è terapeutica: non è uno slogan dell’antipsichiatria, ma un programma di democratizzazione della vita collettiva, meno esclusione dei diversi e più partecipazione. Dobbiamo conoscerci perché ci sia un linguaggio comune e un ascolto reciproco per abbattere qualsiasi paura che genera violenza. “Noi siamo colloquio” diceva lo psichiatra Eugenio Borgna (che è stato tra i primi ad attuare la lezione Basagliana all’ospedale di Novara), riprendendo i versi di Hölderlin, il poeta tedesco che si rinchiuse nella torre per non finire in prigione a causa delle sue idee diverse, progressiste e conservare la sua alterità di poeta. Si fece matto, cambiando nome e trattando tutti con gran sussiego. Le sue poesie divennero un inno dimesso e profondo al passare delle stagioni e una consonanza all’insondabilità dell’animo umano.

“Tutto chiede salvezza”, una serie divenuta popolare, ha portato all’attenzione della “società dello spettacolo” cosa succede quando ad una persona che sta male viene somministrato il T.S.O (trattamento sanitario obbligatorio). Mencarelli è riuscito a raccontarlo avendolo vissuto, ma soprattutto possedendo degli strumenti e una rete sociale che gli ha permesso questo. Purtroppo, invece sono morte diverse persone in Italia a causa di un T.S.O troppo violento e contenitivo.

Noi crediamo nel potere della parola. Parola che cura, che costruisce e ripara sinapsi, che dà voce ai traumi e li contiene impedendo che diventino origine di pattern comportamentali obbligati. Quindi la psicoterapia non deve essere un privilegio di chi se lo può permettere, ma lo psichiatra deve avere più tempo a disposizione per l’ascolto del paziente, perché è la relazione che cura. Se i servizi di salute mentale saranno depotenziati non potremo che aspettarci più scoppi di violenza. L’associazione Idee in Circolo ha svolto nel 2022 opera di diffusione delle idee che hanno portato alla chiusura dei manicomi, attraverso un ciclo di incontri chiamato Scuola Popolare di Psichiatria, aperto alla cittadinanza. Abbiamo dato molto spazio al dibattito tra i partecipanti meno agli esperti, perché convinti che la salute mentale riguardi tutti e tutti dobbiamo sentirci responsabili e propositivi. Abbiamo investito nella formazione di alcune persone al Dialogo Aperto, un approccio alla sofferenza psichica che in Finlandia è diventato quasi uno stile di vita, adatto a risolvere molti problemi collettivi. È una cura di tipo sistemico che si attua nei momenti di crisi e risponde, in breve tempo, alla chiamata del diretto interessato. Un’equipe, di almeno due persone, viene attivata e va preferibilmente a casa per un incontro con le persone che l’utente ritiene necessarie. Ciò allevia il peso della responsabilità dello psichiatra e previene ulteriori complicazioni possibili perché la soluzione viene altamente condivisa.

Consapevoli delle difficoltà che ci sono, mettiamoci in cammino per imparare a convivere; noi utenti e operatori di Modena saremo il 21 maggio alla marcia della pace Perugia-Assisi, la via della guerra la conosciamo da migliaia di anni, quella della nonviolenza la dobbiamo imparare. Troverete un podcast sulla Scuola Popolare di Psichiatria: https://www.spreaker.com/show/scuola-popolare-di-psichiatria-storie