Sono tante le realtà che nel Modenese si prodigano per portare all’attenzione della cittadinanza le questioni legate alla giustizia sociale e climatica, tra cui si sta intensificando un’importante rete che le vedrà sempre di più collaborare insieme: Legambiente, Fiab, ISDE-Medici per l’ambiente, Distretto Economia Solidale, Parents for Future di Castelfranco Emilia, Fridays for Future, Inco.Scienza, Rete degli Studenti Medi, Unione degli Universitari, Cittadinanza Attiva Emilia Romagna, Libera, Mediterranea, Circolo Arci Civica 15°, WWF Emilia Centrale, Comitato Piumazzese No alle Cave e Comitato Mo Basta Cemento.
«Il percorso che abbiamo iniziato parte da evidenze scientifiche: l’impatto antropico è la causa del cambiamento climatico e di tutte le conseguenze ad esso collegate – spiegano Giulia Santunione di Inco.Scienza e Andrea Trenti di Legambiente – La nostra idea è quella di unire le energie per sensibilizzare la cittadinanza verso le urgenze ambientali e tenere aperto il dialogo con l’Amministrazione pubblica, per parlare di azioni possibilmente realizzabili nel territorio modenese».
L’idea di questa Rete si è rivitalizzata in tempi recenti. Il primo traguardo è stato aver organizzato insieme lo scorso settembre, con il supporto anche di Cgil, la Manifestazione “Global Strike” per il clima, evento promosso dal Movimento Friday for Future per chiedere ai politici azioni concrete per l’emergenza climatica. Il 2022 è stato l’anno più caldo finora registrato in Italia e il costo del gas oggi ci trova nella paradossale situazione di dover gioire dell’esistenza del surriscaldamento globale.
«La politica non ha colto l’elemento emergenziale di questo cambiamento – affermano Santunione e Trenti – Il nostro territorio ad esempio non è attrezzato per adeguarsi alla siccità cronica, specie quando il Po non avrà più l’apporto estivo dei ghiacciai. Rispetto al tema dell’acqua assistiamo al prosieguo di cementificazione, insediamento e funzionamento di aziende ad alto consumo idrico. Sul tema della mobilità non reggiamo il passo, prima di tutto culturale, verso una transizione alla sostenibilità, come molte città europee e anche italiane stanno invece facendo».
A Modena e in Emilia-Romagna sono ancora in progetto diverse autostrade, mentre il trasporto su rotaia è cronicamente trascurato e i morti sulle strade aumentano così come le morti causate dall’inquinamento atmosferico. Sul piano internazionale sappiamo quanti milioni di profughi climatici si sposteranno nei prossimi anni e non ci si sta attrezzando per affrontare il tema.
«Ognuna delle nostre associazioni ha avuto modo di dialogare, non sempre proficuamente con l’Amministrazione – concludono Giulia e Andrea – Con la cittadinanza sicuramente c’è un coinvolgimento crescente e per noi ora è importante collaborare per rafforzare le nostre proposte».